duci…duci

duci…duci

Dal fruttivendolo: Buongiorno,  come sono queste pere? Zuccaro, Signora, duci comu u Zuccaro! Avrebbe potuto dire: mature,  gustose, prelibate, croccanti; ma l’unico metro di giudizio condiviso,  positivo, inconfutabile per il palermitano medio è la dolcezza, unità di misura dei sapori, dell’aspetto, delle doti relazionali e caratteriali, metro di valutazione del benessere e della piacevolezza!

La tenerezza di un bebè  si riassume con: ch’e duci stu picciriddu!! Come se il dolce racchiudesse i concetti di bello, tenero, rubicondo.

Le nostre pasticcerie sono piene di cose duci, ma anche nel salato dei piatti palermitani lo zucchero ha messo lo zampino: l’agrodolce, cioè la miscela di aceto e zucchero insaporisce molte pietanze come il pesce fritto, la caponata, la peperonata,  la frittella e…quando l’estate ci regala il pomodoro riccio e gustoso per preparare la salsa, non deve mancare una dose abbondante di zucchero, per aumentare a dismisura il piacere assoluto della pasta col sugo e le melanzane fritte!

Anche alle donne, talvolta,  è richiesta la dolcezza come valore aggiunto,  ma quelle particolarmente dolci scadono nella finzione e vengono considerate gatte morte. Donne abili nell’apparire ciò che non sono pur di raggiungere i propri obiettivi.   Ma…una volta raggiunti,  la copertura di melassa svanisce e restituisce al malcapitato la cruda realtà di tanto aceto e poco zucchero! Peggio per lui!

Fino a qualche anno fa si usava calmare i neonati inquieti intingendo il ciucciotto nello zucchero o nel miele, contribuendo all’arricchimento smodato di dietologi e nutrizionisti chiamati a curare, vita natural durante, stuoli di obesi e diabetici.

Anche alle feste matrimoniali del dopoguerra, sovente organizzate presso  la Birreria Italia di via Cavour, si offrivano le paste di sostanza, piccoli e rotondi manicaretti di pasta frolla che racchiudevano un cuore salato di carne trita e piselli.

Potremmo addurre una giustificazione filosofica ed esistenziale alla dittatura incontrastata del dolce nella nostra cultura popolare, gastronomica e non, potremmo credere che si tratti di un ‘escamotage facile e a buon prezzo per raggiungere un piacere immediato e soddisfacente che contrasti la difficoltà del quotidiano, potremmo credere che si tratti di un rimedio per buttare giù i bocconi amari della vita.  Lo diceva anche Mary Poppins: Basta un poco di zucchero e la pillola va giù…e tutto brillera’ di più!

Alessia

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Alessia Machì

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