La gioconda
Distese, in avanti, una zampa sopra l’altra, una morbida duna sovrappone all’asfalto la fierezza di un lupo addestrato a vigilare fiutare fermare, adagiato come un levriero senza caccia, solo elegante, posa ferma e fiera. Ma gli occhi, come antiche perle scure di una serata charleston, dolci e sapienti rassicurano incoraggiano lasciano andare, si lasciano ammirare, senza perdere di vista le vetrate d’ingresso, tradendo dal muso affusolato e sinuoso un sorriso di accennata compiacenza. Per il ritorno del bello, dell’inutile, del sole, mentre a fianco divise azzurrate contendono al cielo il controllo dell’ordine e delle distanze. Ma tutto è affidato a lei, la cagna Gioconda, senza guinzagli o padroni, ordini o richiami, diva senza scatti. Madre premurosa posa il suo sguardo come il dorso di una mano sulla fronte, prima e meglio del check-in verso abiti acquisti prezzi e sconti, che misura temperature di stagione, per il ritorno ai colori, le prove, al guardarsi e lasciarsi guardare, agli specchi, alla gentilezza della vendeuse. Sfilano guanti buste e pacchetti per il necessario inganno del sentirsi vivi. Lei ha il suo manto, da sempre nuova collezione, e sorride all’umana vanità.