Sliding doors
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Qual è il gioco scontato o imprevedibile del concatenarsi di fatti che chiamiamo vita? Il nostro percorso consegna la sua tracciabilità vera o presunta nel carattere, nella volontà, nella furbizia, oppure i fili colorati e sottilissimi ordiscono giochi imperscrutabili e misteriosi indipendentemente dalla nostra partecipazione alla regia?
Non esiste mente pensante che, distesa sul letto, guardando un soffitto vuoto, non si sia domandata se la sua vicenda terrena sarebbe stata diversa, se solo… !
È l’enigma eterno che ha nutrito e animato filosofi d’altare e di strada, pensatori e poeti, poveracci e parolieri. Cosa sarebbe stato di noi se incrociando quello sguardo, fossimo rimasti indifferenti; oppure, cosa sarebbe stato della nostra vita se, dopo la maturità, avessimo capito meglio e prima come funzionava il mondo del lavoro e in che modo saremmo riusciti ad interagire con l’esterno? Cosa avremmo capito della vita, se avessimo incontrato guide più abili e appassionanti?
Sovente, ascolto interviste di personaggi che cavalcano momentaneamente l’onda della notorietà e del successo e che vantano grandi capacità di predisporre le proprie scelte fin dalla più remota infanzia, elargendo consigli e convinzioni sulla direzione della volontà e della determinazione.
Altre volte, persone più lucide e sagge, che magari hanno anche ricevuto qualche bastonatina dalla vita, con umiltà affermano che non sempre il destino ci concede larghi margini di manovra. Ovviamente, anche i margini angusti possono essere interpretati e gestiti come possibilità e non come determinazioni aprioristiche. Come luoghi dell’intelligenza e del buonsenso, come occasioni per un navigante coraggioso d’invertire il timone e cambiare rotta.
Parlo spesso di questo argomento con persone che per varie vicissitudini si trovano a scontare una pena; mi soffermo mentalmente sul principio incontestabile che già la nostra nascita stabilisce moltissimo della prosecuzione della nostra esistenza.
Noi che siamo nati in famiglie i cui genitori che hanno portato alto il vessillo del lavoro onesto, del valore scuola, del coltivare interessi sani e costruttivi per una crescita positiva, come possiamo comprendere situazioni in cui lo stato si configura da subito come nemico da contrastare e il filo netto che separa le attività lecite da quelle illecite non è mai stato tracciato?
Soltanto la possibilità di guardare tutti gli altri mondi possibili rende più obiettivi consapevoli e pronti a considerare il nostro piccolo mondo come una delle innumerevoli situazioni dell’esistere, un quadratino in cui qualcuno ha predisposto la cornice, qualcun altro ha abbozzato un disegno e noi con qualche colore chiaro o scuro abbiamo aggiunto qualcosina oggi e altre domani, capendo oggi più di ieri, ma meno di domani!
Un po’ come il gioco della Settimana Enigmistica in cui devi unire i puntini e realizzare l’immagine, alcuni tratti potrebbero apparire liberi, ma altri sono obbligati e alla fine il disegno l’hai creato tu? Oppure era già tutto previsto?
Alessia Machì