La signora Clelia – terza puntata
La signora Clelia ha un amore. Se lo porta addosso e con tanta disinvoltura da passare inosservato agli occhi dei più sull’orlo pendente di un pensiero, un ricamo appena accennato scappato dal cuore ogni tanto.
Era stato tanto tempo prima, aveva permesso che l’ago imprudente di uno sguardo tracciasse l’imbastitura di un ritaglio, scampolo senza filo a seguire. Perché, la signora Clelia non lo ricorda neppure, ma ha continuato ad indossarlo, quell’abito mai cucito, creazione senza modello del suo privato sfilare dei giorni. È stato buono in ogni stagione, riparo discreto alle intemperie di un’adolescenza divenuta troppo in fretta adulta, fresco sollievo all’assolato deserto di una maturità documentata in cifre e scritta sulla pelle più dolcemente che sulla carta. Ha ricordi costruiti per ogni occasione di nostalgia e cassetti vuoti di lettere, fiori mai seccati tra le pagine dei libri, immaginazione di fotografie private dell’audacia di uno scatto.
La signora Clelia si racconta ancora una favola in cui credere e un armadio vuoto, mentre ascolta la storia vera della sua amica Raffaella. La signora Raffaella ha avuto un amore. Cucito con la velocità attenta di una macchina, passato sotto l’ago ha trattenuto il filo e mantenuto la forma nel racconto. Dall’inizio alla fine, strappo compreso in un punto fermo. La signora Raffaella ha sfoggiato il suo abito senza troppo prendersene cura, lo ha riposto fino a quando, smesso da tempo, ha rinnovato il guardaroba e buttato la stampella
Maria La Bianca
To be continued