Muriel – 20 Uriel

Muriel – 20 Uriel

Quello stesso pomeriggio, Laura convocò Violet per farsi raccontare l’avventura della mattina, poiché nel loro fugace appuntamento a scuola alla fine delle lezioni, tra il pensiero al recupero del POF e la rabbia nei confronti dell’indifferente angelo, alle sue chiamate, la ragazzina non  chiese informazioni ed era all’oscuro di cosa fosse successo. Cordiale come sempre l’angelo le raccontò della sua trasformazione e degli intoppi nel procedimento della vicenda, non nascondendo il fastidio che provava per le risate che si stava facendo Laura, soprattutto quando le riferì del suo inaspettato colloquio con il preside. Solo quando le accennò del “Quadro del bene e del male” la ragazzina si ricompose in un serio ascolto a Violet. L’angelo continuò il suo resoconto fino al momento in cui si vide costretto a lasciare Lavender intento a scoprire il mistero che avvolgeva la Signora Germana. Interpellato in prima persona, Lavander ,vennero a sapere che anche la missione della vera signora Germana era fallita. Negli scantinati non aveva trovato il quadro del bene e del male.

«Ma che cos’è questo quadro del bene è del male?», chiese Laura agli angeli accomodati in camera sua.

«Beh, ho chiesto all’arcangelo Raffaele e mi ha risposto che è

è un quadro particolare, in quanto è un quadro che un pittore ha dipinto sotto ispirazione dell’Arcangelo Uriel. Il quadro sarebbe formato da quattro tele, tutte collegate tra di loro con delle cerniere che permettono di aprire e chiudere le pitture come fossero finestre. Sulla prima tela vi è raffigurata la famosa leggenda del cuore rubato; sulla seconda si vedono la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden e l’inizio della perdizione dell’uomo attraverso la tentazione. Nella terza tela sono rappresentati la costituzione dell’esercito di Satana e la diffusione del male. Nella quarta tela, infine, appaiono la battaglia finale tra angeli e demoni e la definitiva vittoria del bene sul male», spiegò Lavander. 

«Immagini piuttosto inquietanti, ma che legame sussiste tra il quadro e il preside?», replicò Laura.

«Non saprei».

«Perché non chiediamo direttamente a Uriel? ».

«Sta arrivando», annunciò Violet.

In un istante la stanza s’illuminò di una luce splendente, così accecante che costrinse Laura a coprirsi gli occhi con le mani

«Eccomi! », proruppe una voce intensa e dolce nel medesimo tempo. Laura attratta da quel suono sbirciò fra le dita e sgranando gli occhi esclamò: «E’magnifico, bellissimo!»,e facendo scivolare, le mani dal viso, rimase a fissarlo, incantata. Era l’angelo più affascinante che avesse visto fino a quel momento: portava una veste bianca con una cinta e una corona infuocate, nella mano sinistra impugnava una fiaccola e ai piedi aveva dei sandali ricchi di pietre preziose. I suoi occhi verde smeraldo e la sua carnagione alabastro contrastavano nettamente con i capelli neri e ondulati, che gli sfioravano appena le spalle possenti. Il viso era ovale, con lineamenti perfetti, le labbra color porpora e le ali avevano delle sfumature scarlatte.

«Sei splendido! E sai di arancia e incenso», disse candidamente Laura.

«Anche tu sei splendente, mia cara bambina,  posso affermare che sei quasi angelica», rispose sorridendo l’arcangelo e: «Vi dico subito del “Quadro del bene e del male”. Dovete sapere che questo quadro, durante la sua lavorazione  è scomparso con la infausta certezza che se ne era appropriato il nemico per falsificarne l’originale!».

«E ci riuscì? » , chiese Laura preoccupata.

«Abbi pazienza e ascolta la storia dall’inizio»,rispose l’arcangelo.«Dovete sapere che, all’inizio il dipinto era sotto la sorveglianza di Monsignor Ruggeri e il pittore doveva dipingerlo, sotto la sua guida. Sfortunatamente il diavolo, grande ingannatore, lo raggirò e il quadro scomparve. Con l’aiuto dei Serafini, fu ritrovato e messo sotto la mia protezione, anzi a quella della mia cinta di fuoco, capace di mettere in fuga i demoni, perché intrisa dell’amore dell’Altissimo. Quindi, il quadro una volta dipinto, proprio perché fatto sotto ispirazione dell’Altissimo aveva un forte potere esorcizzante, non poteva più essere minacciato dalla influenza di satana … fintantoché fosse rimasto in un luogo ristretto e riservato a pochi. La inviolabilità del quadro non fece scoraggiare il furore del diavolo, il che lo portò ad ingegnarsi su altri espedienti. Raggirò, nuovamente il sacerdote  a cui fu consegnato e lo convinse a regalarlo al cugino che era il preside della scuola, amatore e ricercatore di opere d’arte sconosciute. Da allora il quadro, fu posto in  luogo pubblico, e precisamente  nella tua scuola cara Laura e di conseguenza, esposto agli attacchi del nemico.Sta di fatto che chi si avvicinava a quel quadro litigava con qualcuno e poi improvvisamente si riappacificava, chiaro segno per noi che intorno a quella tela si muovevano influssi benefici o negativi sugli abitanti della scuola. Su consiglio del sacerdote stesso, il preside fece portare il quadro negli scantinati In effetti, il clima tornò più sereno, anche se gli influssi, ogni tanto, tornano a farsi sentire attraverso piccoli incidenti ».

L’arcangelo si avvicinò alla finestra sovrappensiero e immerse il suo sguardo nel verde del giardino che circondava le villette. Laura lo osservava ammirata e nel frattempo cercava una connessione tra i fatti: «E allora, perché il nostro preside lo fa cercare? Sa qualcosa?».

« Penso che ci sia un nesso con l’incidente capitato a te in palestra. Il preside ha dovuto verificare lo stato della sicurezza della sala: palestra ristrutturata da appena un anno e quadro svedese nuovo. Ha iniziato, così, a fare un’indagine riguardo l’istituto ed è venuto a conoscenza di alcuni racconti. Dapprima, non li ha presi in considerazione, ma in seguito all’incontro con un sacerdote che lo ha illuminato su alcuni aspetti della vicenda, si è incuriosito, pertanto ha iniziato le ricerche del quadro».

«Lo stesso di prima?».

«Sì, Monsignor Ruggeri, arciprete della chiesa SS. Maria Regina degli Angeli».

«E il nostro preside che se ne farebbe del quadro?».

«Forse vuole provare a sciogliere il mistero che lo riguarda o vuole scoprire se nasconde qualcosa, come supposto da Ruggeri. Solo noi arcangeli sappiamo di cosa si tratta».

«Ma se sapete solo voi del segreto, come fa ad esserne a conoscenza anche Ruggeri!», osservò prontamente Laura, mentre gli angeli bisbigliavano di non sapere nulla di nulla.

«Ruggeri non sa di un oggetto nascosto, hai ragione. Ma cerca di mettere insieme i pezzi: il quadro è voluto dall’Altissimo, è sotto la nostra protezione e lui conosce e conserva le prime foto dei rilievi. Non è un quadro qualsiasi! Va riportato al suo posto. Per questo ha incoraggiato la sua ricerca voluta dal preside».

«Ma cosa significa tutto questo, proprio qui?», insistette Laura, sempre più attenta e coinvolta.

 «I doni angelici ti hanno resa più brillante: a belle domande, belle risposte. In tutto il mondo vi sono luoghi scelti dall’Altissimo per segnalare la presenza sulla terra del mondo spirituale, per dare un segno tangibile all’uomo dell’esistenza di angeli e arcangeli, e per ricordargli che il mondo spirituale fa parte della sua essenza. In tal modo diviene più netta l’identificazione del male, che l’uomo deve poter e saper riconoscere, allontanandosene. In questo luogo, secoli fa, al posto di questa scuola, vi era un rigoglioso bosco dove era usuale che gli abitanti vicini andassero a raccogliere funghi, pigne o semplicemente facessero una passeggiata fra il verde; inoltre attraversare il bosco significava arrivare direttamente al primo sobborgo abitato. Era un posto meraviglioso, dove la fitta vegetazione lasciava spazio a radure ricche di prati e cespugli di frutta selvatica. Ma a questa bellezza si mescolava l’inquietante presenza di uomini malvagi e prepotenti, che aggredivano i passanti ».

«E perché», lo interruppe Laura.

«La cieca forza del male. Un giorno d’inverno, un gruppo di giovanissimi, tra cui vi era anche qualche bambinetto, stava attraversando il bosco per raggiungere appunto il paese vicino, in vista di una festa locale, dove avrebbero raggiunto i genitori e i parenti che lavoravano nei mercatini di quel luogo. Ma i ragazzi, all’improvviso furono circondati da una banda di malviventi, che li derubarono del poco che avevano, stendendoli per terra a suon di percosse selvagge. L’Altissimo ci spedì subito in missione punitiva. La nostra apparizione li folgorò e le fiamme delle spade dell’esercito celeste li marchiarono a vita, tanto da debellare il bosco da tutti quei bruti. L’Altissimo poi ordinò agli angeli custodi delle vittime di guarire le loro ferite, anche le più gravi, soprattutto quelle dei bambini in fin di vita. I poverini non sapevano che dire, erano increduli e storditi dalla visione di tutti quegli angeli e da come istantaneamente guarissero le loro ferite. Soltanto la voce soave dell’angelo Gabriele li tranquillizzò e li sciolse dalla paura impregnata nel loro cuore, da quella vicenda di violenza. Così, guariti e rassicurati, raggiunsero il paese e raccontarono ogni cosa. Da allora in poi, il bosco fu sotto la nostra custodia. La scuola sorse in seguito, come segno di presa di coscienza che “costruire per il bene” è azione di amore. Come atto di gratitudine per il bene ricevuto.».

«Pertanto, voi arcangeli siete diventati i protettori dell’istituto!», dedusse Laura, completamente conquistata dall’arcangelo.

«Brava, giusta conclusione. »

«Con queste nuove notizie possiamo cominciare a collocare i pezzi del puzzle, ognuno al proprio posto… ».

L’Arcangelo sorrise dell’entusiasmo di Laura e garbatamente si congedò dileguandosi in un istante, la stanza rimase semibuia e Laura sovrappensiero. «Violet, ho bisogno di parlare con John: per favore, potresti riferirgli che vorrei incontrarlo tra dieci minuti presso il salice? Ho bisogno di un po’ di aria fresca», puntualizzò con voce ferma, correndo al piano di sotto. Mentre i due angeli si dissolvevano come una nube inghiottita dal vento, lei indossava il giaccone ed usciva all’aperto; chiudendosi la porta alle spalle, si addentrò con passo leggero all’interno del giardino, provando a stemperare l’intensità delle sue emozioni.

Cecile Caravaglios

To be continued

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