Domani è un altro giorno
Commedia dal titolo leggero, scelta apparentemente adatta ad una serata rilassante e rilassata. Valerio Mastandrea recita nei panni di un cinquantenne residente da tempo in Canada che intraprende un viaggio per l’Italia, nonostante la paura feroce di volare. Richiamato a Roma per incontrare un amico di vecchia data condannato senza appello da un male incurabile e impegnato a predisporre la trama della fine, dopo aver lucidamente rifiutato l’ennesimo ed inutile ciclo di chemio.
Il suo ruolo sarebbe quello di dissuaderlo e indurlo a perseverare con le cure, ma non è nella sua indole. Piuttosto si porge come morbido e fidato accompagnatore, razionale consigliere, affettuoso e sornione osservatore, segue gli sguardi, commenta ironicamente gli eventi, si presta a fare sempre da spalla, intuisce il bisogno, sostiene la difficoltà, previene il disagio, accoglie la paura. Il racconto si incardina e realizza sul concetto di amicizia, interpretata magistralmente come accettazione empatica e amorevole delle scelte dell’altro, apertura alla diversità/alterità, intesa come non io.
La rievocazione dei comuni trascorsi fa da sfondo a dialoghi veri e intensi in cui l’amaro dell’esistenza si palesa senza veli e finzioni, ma il legame antico e la comprensione delle ragioni profonde e del coraggio di certe scelte svolgono un ruolo quasi rasserenante. Anche Pato, è l’amico quadrupede perfetto, sintesi tenera di fedeltà e presenza calorosa e protettiva, zampa calda e vicina. Il momento dei saluti è toccante e merita qualche lacrima, non si può prevedere la trovata finale, ma è in linea con il filo rosso che unisce i concetti chiave della trama, affidabilità e amicizia, legami autentici e profondi. Per tutto il resto si vedrà… Domani è un altro giorno, si vedrà…